L'ULTIMO BICCHIERE DI LATTE
di Arianna FioravantiArianna Fioravanti è insegnante e attivista italiana, nota per il suo impegno nel promuovere una cultura di rispetto verso gli animali e per il suo ruolo nell’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali), dove è responsabile dei rapporti istituzionali e direttrice responsabile della rivista "Gli altri animali". Nel suo lavoro si è distinta per la sensibilizzazione su temi legati alla protezione degli animali, organizzando eventi e convegni in collaborazione con enti come il Ministero dell’Istruzione e partecipando come ospite a diverse trasmissioni televisive.
Laureata con lode all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, ha conseguito nello stesso Ateneo un Dottorato di ricerca in Italianistica e ha insegnato materie letterarie nella scuola secondaria di primo grado, realizzando una didattica innovativa che promuove la cooperazione tra studenti e un apprendimento basato sulla pratica e il benessere.
Oltre al suo attivismo, Fioravanti è autrice del libro "Una vita senza vita. Pirandello in cinquant’anni di lettere", con cui ha vinto il premio Internazionale Pergamena Pirandello 2017. Ha inoltre fondato Il filogos di Arianna, un sito per l’insegnamento online dell’italiano e delle strategie di comunicazione.

L'ULTIMO BICCHIERE DI LATTE
Questo libro guida i lettori in un viaggio che inizia con il concepimento di Margherita e si snoda nei primi anni della sua vita, offrendo un'introspezione personale su dubbi e paure universali che riguardano la maternità e fornendo, allo stesso tempo, una bussola per chi desidera navigare controcorrente, sfidando le convenzioni sociali e affrontando con coraggio le critiche. Il racconto mette a nudo l'anima della protagonista squarciando il velo delle ipocrisie sociali e denunciando un sistema che perseguendo obiettivi economici per nuoce anche alla salute umana. Una parte del racconto è dedicata all'aumento dell'incidenza dei tumori, all'impiego di fondi pubblici a sostegno di pratiche dannose e alle malattie causate dall'elevata concentrazione di allevamenti.
Con una prospettiva unica, l’autrice esplora il rapporto spesso complesso con i medici, intrecciando le sue esperienze personali con riflessioni profonde sulla scelta vegana legate all’etica, alla salute, alla sostenibilità e a gravi crisi cui si andrà incontro se non si faranno delle scelte consapevoli.
Il libro mette in luce tutta una serie di verità scomode: dal legame tra le scelte alimentari e le ingiustizie globali, al ruolo della cultura e dei media nel mantenere lo status quo, alla contraddizione tra la crudeltà normalizzata in allevamenti e mattatoi e la tutela degli stessi animali in altri contesti.
La voce narrante non si limita a dati e argomentazioni, ma trasmette un profondo coinvolgimento emotivo. Questo rende il messaggio accessibile e dolorosamente reale. In conclusione, il testo vuole dimostrare come sia possibile, e necessario, conciliare l’amore per un figlio con il rispetto per l’ambiente e la salute, senza mai perdere di vista il cuore della scelta vegana: il rispetto per la vita di ogni essere senziente.
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